Pedale TC Electronic Flashback (delay and looper)

Pedale TC Electronic Flashback (delay and looper)

 

La Tone Print Series messa in cantiere da TC Electronic offre sei modelli di floor pedal originariamente concepiti per i chitarristi, ma – grazie anche alla connessione stereo in/stereo out – utilizzabili con profitto anche dai musicisti elettronici o più genericamente… elettrificati.

Caratteristica fondamentale della serie Tone Print è la possibilità di caricare a costo zero, tramite connessione MiniUSB, un nuovo preset, cioè un nuovo algoritmo di funzionamento reperibile nella libreria cortesemente fornita da TC Electronic.

 

In principio era il TC2290…

Quando la terra era giovane e non ancora affollata di chitarristi, pochi erano i digital delay veramente degni di questo nome; tra questi, il TC Electronic 2290 si conquistò velocemente fama di macchina con prestazioni una spanna al di sopra della concorrenza. Complice l’elevatissima velocità di campionamento, la possibilità di ritardare il segnale fino a 8 secondi, l’integrazione tra short modulation, della, ducking, gating & panning, ma specialmente il dynamic delay, con cui spaziare automaticamente le ribattute “nei buchi” del fraseggio, senza ammassare note su note, il vecchio 2290 è rimasto, oggi come allora, un preziosissimo oggetto del desiderio. Il che, tradotto in prosaici termini economici, significa sentirsi chiedere cifre spaventose per un apparecchio in buone condizioni.

Conseguentemente, la stessa TC Electronic ha prodotto una serie di degni eredi che, sotto diverse forme e per diversi target, offrono le stesse prestazioni dello strumento archetipale.  Da un certo punto di vista quindi, tanto i grossi RPT-1 Nova Repeater e ND-1 Nova Delay, quanto il più snello TonePrint Flashback, pescano a piene mani nelle precedenti esperienze. A tutto vantaggio del musicista, quale che sia lo strumento suonato.

Questa volta, ci occuperemo del piccolo – ma non per questo meno desiderabile – Flashback Delay and Looper, squisito appartenente alla TonePrint Series targata TC Electronic.

Flashback in breve

L’apparecchio, costruito in metallo e squisitamente verniciato come tutti i suoi compagni – verrebbe da morderlo, per quanto è carino…- offre una serie di sfiziose prestazioni:

  • Accesso immediato alla libreria Tone Print, basta un cavo MiniUSB, un computer Mac/PC con connessione internet ed il gioco è fatto.
  • Undici algoritmi di della diversi, dieci preconfigurati e l’undicesimo caricabile dall’utente (il Tone Print, appunto). Ulteriori particolari in seguito…
  • AudioTapping intelligente: si tiene premuto il tastoni di bypass e si danno quattro note a tempo… da fuori, nessuno sente niente, e quando si apre il delay è tutto magicamente allineato.
  • Delay time esteso a 6 secondi senza compromessi timbrici, se non quelli imposti dai vari algoritmi. Sei secondi sembrano troppi, ma vi permetteranno di spaziare dalla sovrapposizione alla Gilmour/Lukater fino all’ipnotismo Frippiano, con tutte le possibili variazioni sul tema.
  • Looper a 40 secondi mono o 20 stereo. Scusate se è poco.
  • Connessioni Stereo/Mono In/ Stereo Mono Out; impossibile sbagliare in qualsiasi condizione operativa. Si può entrare mono e uscire stereo (utile per aprire un sintetizzatore), o si può sommare in mono l’uscita true stereo di un generatore left-right.
  • Funzionamento del bypass selezionabile tra True Bypass “meccanico” (da preferirsi con collegamenti corti tra diversi pedali, specie per chitarristi compulsavi) e Bypass Buffered (da privilegiare quando i collegamenti sono molto lunghi, abilitando il buffering-rinforzo del segnale nei pedali alle estremità della catena).
  • Kill Dry selezionabile, per utilizzare Flashback su una mandata ausiliaria senza doversi preoccupare/ricordare di selezionare il solo segnale wet con il controllo Delay. Con Kill Dry selezionato – che è attivo solo in Buffered Bypass Mode – il pedale emette solo il segnale dell’effetto, non il segnale diretto.
  • Dotazione di controlli a prova d’idiota: ci sono FX Level (per la regolazione wet/dry), Feedback LevelDelay Time e Delay Selector; a questi, deve essere aggiunto il mini switch a tre posizioni con cui selezionare l’incastro ritmico delle ribattute (quarti, ottavi puntati o quarto + ottavo puntato simultaneamente). La facilità è assicurata: è una filosofia d’uso che tende a nascondere molte funzionalità “al di sotto del cofano”, semplificando la vita al musicista che non ha tempo/voglia/capacità da mettere in gioco. Nel caso del Flashback, come di tutti i pedali Tone Print, il cofano del vano motore per ora lo possono aprire solo i tecnici TC Electronic, non l’utente; ma è comunque possibile caricare nuovi algoritmi gratuiti grazie al collegamento Mini USB.
  • Alimentazione con batteria a 9V (attenzione! Flashback, da questo punto di vista, è più vorace di un piranha…) o con power pack esterno opzionale. Il vano batteria è accessibile senza ricorrere ad alcun tipo di attrezzo: sul fondo, un grosso vitone zigrinato, con taglio per eventuale moneta, è facilmente svitabile con le dita. Una volta aperto il coperchio… non si vede nulla, perché l’elettronica è tutta schermata. Ma, in compenso, si guadagna l’accesso ai due dip switches con cui regolare Thru Mode e Kill Dry.
  • L’alimentatore ufficiale, il Model SA106C-12GS fornisce corrente continua a 12V, 0.4A, con connettore coassiale impostato sullo standard negativo al centro. L’impiego dell’alimentatore esterno è caldamente consigliato.
  • Dimensioni e peso assai ridotti: trova posto in qualsiasi custodia e, cosa ancora più divertente, su qualsiasi panello comandi (con o senza bloccaggio a colpi di gaffa…).
  • Costruzione tutta in metallo; male che vada, prima del soundcheck potete sempre usarlo per spaccare noci, aprire pistacchi tostati, piantare chiodi in camerino, eccetera.

Gli algoritmi disponibili

Liberiamoci subito della undicesima posizione Tone Print, che può essere caricata con quello che vi pare, scegliendo nella libreria TC Electronic uno tra i 21 effetti alternativi, sviluppati da Morse, Aldrich, Bumblefoot, TC, Catching, ProGuitarShop, eccetera. L’operazione è facile e prevede una comoda possibilità di confronto A/B tra le ultime due operazioni di loading: in questo modo, è difficile cadere preda d’indecisioni fatali.

Le dieci locazioni fisse comprendono delay di tipo:

  • 2290 Delay; estrema pulizia digitale, massima dinamica nelle ribattute, nessuna perdita di segnale anche con i tempi più esagerati.
  • Analog Delay: il comportamento opposto. Le ribattute sono progressivamente più attutite sulle acute, perdono di dinamica ed il della acquista quella caratteristica organica che – in bene o in male – rende unici i delay basati su componentistica BBD.
  • Tape Delay: oltre al filtraggio sulle ribattute, viene aggiunta una fluttuazione d’intonazione sul segnale passante; in questo modo, si riproduce la tipica instabilità nella velocità di scorrimento del nastro magnetico, propria delle antiche macchine d’eco a nastro.
  • LoFy Delay: ancora peggio (o meglio, dipende dai punti di vista); suono molto compresso, con estrema colorazione.
  • Dynamic Delay: è la riedizione del popolare sistema di auto ducking presente nel vecchio 2290. In teoria, un compressore in modalità keying lascia passare le ribattute solo quando il segnale dry non è presente. In questo modo, durante un fraseggio più o meno intricato, le ribattute vengono fatte passare nelle pause dell’esecuzione originale, non sovrapponendosi al segnale dry. Le regolazioni factory sono fin troppo energiche e tendono a schiacciare troppo le ribattute, dando un effetto di pompaggio che potrebbe – speriamo – essere corretto con un bel preset Tone Print opzionale.
  • Modulated Delay: il segnale diretto passa senza alcun tipo di trattamento, le ribattute sono modulatre in un chorus/vibrato. L’effetto è assai gradevole sugli arpeggi lenti.
  • Ping-Pong Delay: segnale dry al centro del missaggio, ribattute emesse alternativamente a destra e a sinistra. Ovviamente, l’incastro ritmico è quello selezionato con il miniswitch di pannello.
  • Slap: cognoscente Gene Vincent and The Blue Caps? Andatevi a riascoltare Be Bop A Lula e meditate sul tipo di short della utilizzato per la voce. Quello è lo slapback.
  • Reverse Delay: dopo essere stato catturato in RAM, il segnale audio delle ribattute viene eseguito al contrario.
  • Loop Mode: non un della vero e proprio, la ma possibilità di catturare e ripetere all’infinito 40 secondi di segnale audio monoaurale o 20 secondi di stereofonia. Una volta innescato il playback, non è possibile intervenire sull’intonazione o sulla durata del loop – un vero peccato, ma non si può avere tutto da parte di un processore dedicato ai ribattuti…- ma si può continuare a sovrapporre altri passaggi in overdub. La durata del loop è definita dalla prima registrazione, ma se si eccede, il file audio è ridimensionato in maniera liquida; è necessario prendere pratica, ma alla fine il risultato è assai gestibile. Tuttavia, contrariamente ad un looper dedicato, non ci sono funzionalità di undo e non si può mandare in reverse la traccia registrata; per queste cose, meglio prendere un looper vero e proprio.

In uso

Per meno di 150 euro (abbiamo visto in giro fluttuazioni di listino comprese tra i 130 e i 149 leuri, come dicono nella Capitale), vi portate a casa un delay digitale di grande qualità: il rapporto S/N è stupefacente, la pulizia – se richiesta – di grande soddisfazione. L’implementazione delle ribattute ad incastro ritmico ed il ping-pong sono una vera manna per quanti abbiano fatto del set and forget la loro filosofia di vita. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il Feedback messo a tavoletta non dura all’infinito, ma tende ad un lento degrado che – nel giro di qualche decina di minuti – chiude il ciclo audio (ovvio che “qualche decina di minuti” è una misurazione mediata dalla pratica drone & ambient, non dalla “normale” pratica musicale): chissà se, a colpi di programmazioni Tone Print, non sia possibile ottenere una condizione di eterno ricircolo timbrico senza alcun tipo di perdita.

Gli algoritmi residenti sono particolarmente sfiziosi, ben differenziati e facilmente collocabili nella normale pratica esecutiva; l’impiego di Flashback non richiede particolari periodi di apprendistato, il che non guasta; non sarebbe male verificare una minor energia nel comportamento ducking che controlla il Dynamic Mode.

Di fondo, Flashback è uno splendido della stereo/mono, zeppo di comportamenti timbrici, con un Looper in regalo – tanto per gradire – con una velocissima struttura di incastro ritmico basato tanto sul Tap Tempo quanto sulla preselezione di figure matronimiche di sicuro impiego. Costa poco, funziona bene: che altro volete?

 

 



Categorie:M13- Amplificatori ed effetti per chitarra e basso, Uncategorized

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