Antonio De Lisa – Sexting

Cazzo, so veramente tutto, pensa Carlo Affinati mentre butta giù le note per cui è pagato. Deve semplicemente affondare i denti in tutti i problemi della società contemporanea e descriverli. Così poi manda degli articoli informatissimi ai settimanali, che glieli pubblicano. Più sono sscioccanti i dati che raccoglie, meglio è.

Sexting è la combinazione dei termini agnlosassoni “text” e “sex.” Il termine non è utilizzato dai ragazzi ma dal mondo adulto per spiegare quelle situazioni dove giovani, soprattutto ragazze inviano online testi o immagini auto-create di loro nude o seminude spesso con atteggiamenti provocanti. L’uso di immagini è maggiormente preoccupante per la loro possibile diffusione su tutta la rete via email o mms. In Italia non si parla ancora molto di “sexting“ ma il problema va conosciuto e affrontato per evitare che i nostri figli possano sollecitare le cattive intenzioni di altre persone minorenni o adulte ed esporsi a un rischio di minacce, ritorsioni, violenze.

Una recente ricerca realizzata dal Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli e da Chiamamilano su un campione di 5058 ragazzi e ragazze delle medie e delle superiori ha evidenziato come il 98% di loro ha un profilo su almeno un social network, e che dei circa 400 amici di media che hanno, ne conoscono veramente non più del 20%. Un rischio quindi di chi si nasconde dall’altra parte del computer. La rete, una trappola. Il 10.2% dei ragazzi e delle ragazze ha detto che qualcuno ha condiviso online almeno una volta negli ultimi sei mesi i suoi segreti o immagini personali senza il suo consenso, e il 6.2% ha ammesso che nello stesso lasso di tempo ha condiviso online i segreti o le immagini personali di qualcuno anche di natura sessuale senza il suo permesso. Il problema quindi esiste.

Ci sono varie trappole online che riguardano tutte le forme del così detto cyber bullismo, compreso il sexting. Le trappole online causano cattive scelte nel cyberspazio.

L’anonimato: I ragazzi pensano di non essere visti: l’anonimato elimina la preoccupazione legata all’essere scoperti e quindi di subire disapprovazione e/o punizione per quello che si fa e i ragazzi non vedono la persona a cui mandano messaggi, immagini. La mancanza di un feedback tangibile circa le conseguenze delle proprie azioni online sugli altri interferisce con le capacità empatiche e con il riconoscimento che tali azioni causano sofferenza alle vittime, o li espongono a rischi, non sapendo veramente chi c’è dall’altra parte.

Fronteggiare il problema: Parlare con i propri figli, non temere di sembrare invasivi o i ‘soliti’ adulti curiosi e impiccioni. I ragazzi hanno bisogno di regole e di essere informati.

Identità: I ragazzi esplorano la propria identità online: sempre più spesso gli adolescenti si servono dei loro profili sui social network quale mezzo per esplorare la loro emergente identità. Questo puo’ condurre alla pubblicazione online di materiali non appropriati.

Come gestirlo e affrontarlo: Avere un profilo condiviso con i propri figli, leggere quello che scrivono, i loro profili e spiegare loro che non è un modo per controllarli o perché non si ha fiducia in loro, ma solo standogli vicino, con regole chiare e semplici evitano di correre dei rischi di cui loro inevitabilmente non sono consapevoli. Meglio risultare antipatici e insistenti, che rimproverarsi dopo di non essere stati presenti e attenti.

Trappola: i ragazzi pensano che se possono fare qualcosa, allora è ok, e tutti lo fanno. Spesso si ritiene che la facilità di un’azione la legittimi. Gli adolescenti di frequente mettono in atto comportamenti a rischio al fine di imparare quali sono i limiti delle loro azioni. Impegnarsi in comportamenti a rischio online potrebbe rappresentare un modo più sano di correre rischi rispetto all’impegnarsi in comportamenti a rischio nel mondo reale.

Spiegare ai ragazzi perché esistono i confini, a cosa servono e che valicarli non significa essere migliori. I limiti e i confini esistono perché se si va oltre ci si può fare male o farlo ad altri.

Come gestirlo e affrontarlo: Il fatto che online si possa fare tutto o quasi, non significa che sia giusto. Si corrono anche dei rischi da un punto di vista penale e amministrativo.

Sessualità online: I ragazzi ma soprattutto le ragazze si domandano se sono sexy: gli adolescenti sempre più spesso esplorano la loro sessualità online, in una cultura che promuove una sessualità provocante. Questo potrebbe portarli ad imitare le immagini provocanti, che sempre più sovente caratterizzano la pubblicità, i media la rete. Così anche loro per affermare la propria identità mettono sulla rete o inviano messaggi con immagini legate alla propria sessualità, per affermarsi, per avere approvazione, per imitare compagni e pari.

Sciogliere il tabù: Parlare apertamente senza pudore di quelli che sono i rischi della rete anche se i ragazzi e le ragazze ritengono che quelle cose a loro non accadono ma succedono solo ai deboli e agli stupidi. Insistere nell’informare quali sono i rischi e le conseguenze. Essere presenti, Senza essere aggressivi o punitivi, affrontare il problema con i propri figli, spesso loro si sentono “onnipotenti” e privi di rischio. Qualche semplice accorgimento può essere sufficiente.

La ricerca dell’amore: I giovani sono alla ricerca dell’amore. Gli adolescenti che “cercano l’amore”, sempre più spesso lo fanno online, così da comportarsi in modi da attirare pericolose attenzioni spesso anche di persone che non si conoscono o che si pensa di conoscere ma che hanno un’altra identità. Non conoscendo l’altra persona, o conoscendola solo superficialmente aumenta il rischio che voglia vendicarsi, o minacciare il ragazzino o la ragazzina che se non accetta attenzioni o relazioni diffonderà le immagini sulla rete, spesso poi facendolo.

Attenzione ai comportamenti: Fare attenzione a cambiamenti di comportamenti da parte dei figli, se non si fanno guardare mentre usano internet, se hanno comportamenti strani e ambigui, non temere di offendere la loro privacy, esplicitare la propria preoccupazione, e dire che a volte le cose che accadono nella rete, se non vengono vissute dalle persone anche direttamente sono solo la conseguenza dei nostri desideri e dei nostri bisogni ma non sono reali.

Quindi, quando si parla di relazioni che si creano o che si sviluppano online, Internet e i cellulari possono essere di aiuto o fare del male.

E i ragazzi questo lo sanno. Sanno che in rete si conoscono persone, si coltivano amicizie, si rompono anche relazioni, si dicono cose che nella vita reale non diremmo con altrettanta semplicità e superficialità. Il mondo cibernetico accorcia i tempi, rende tutto più immediato e meno ragionato e riflesso. Questo se da una parte è un vantaggio per tutti noi, un solo ‘click’ può anche creare molti danni.

Ragazzi anche molto giovani e ragazzine vivono ‘amori di fantasia’ perché con la rete si possono scrivere tante cose anche che non pensiamo veramente ma che il solo scriverle o leggerle li fa sentire bene

Dire ai propri figli che se interagiscono con persone che fanno richieste strane, non accontentarle, avere sempre una persona, un amico meglio un adulto a cui poter confidare questa cose che accadono senza paura del suo giudizio.

Dire ai propri figli di non creare messaggi o mandare immagini di loro nudi; non sentirsi in imbarazzo parlare loro di queste cose. Spiegare ai propri figli quello che forse vi diranno che sanno già: quando un’immagine parte dal computer o dal cellulare, si corre sempre il rischio che questa immagine diventi pubblica perché non si ha più il controllo di chi la può avere e cosa può farne. Chiedere loro come si sentirebbero se una loro immagine intima fosse vista da altre persone.

Dire comunque ai propri figli che se hanno mandato una loro immagine intima a qualcuno che adesso li sta minacciando, dire che, sì, loro hanno commesso uno sbaglio e sono stati superficiali, ma che non va bene che siano minacciati, e che questo è grave e deve essere un adulto a gestire questa cosa.

Insomma, i problemi sono tanti, ma le agenzie educative, la famiglia e la scuola possono arginare il problema se si aprono al confronto.

***

Sono ormai numerose le ricerche che indicano che il fenomeno del Social Networking è penetrato profondamente nel mondo giovanile:  oltre il 90% degli adolescenti in Italia sono utenti di Internet, e il 98% di questi dichiara di avere un profilo su uno dei Social Network più conosciuti e usati (Facebook, Twitter); il 52% dei giovani utenti di Internet si connette almeno una volta al giorno, inoltre, l’utilizzo dei nuovi cellulari o smartphone consente una connettività praticamente illimitata.

Questo fenomeno si pone ormai da protagonista nell’universo del bombardamento mediatico-elettronico in cui sono immersi i teenagers, ponendosi come contraltare ad altre agenzie informative, come per esempio la televisione, sempre meno seguita dagli adolescenti, eccetto quello che riguarda la musica (Mtv e simili) e il cinema.

Internet rappresenta per gli adolescenti un contesto di esperienze e “social networkizzazione” irrinunciabile: si usa per mantenersi in contatto con amici e conoscenti, cercare informazioni, studiare, etc. Le nuove tecnologie, quindi, sono in grado di offrire a chi ne fa uso grandi opportunità, specialmente nel campo comunicativo-relazionale, ma nello stesso tempo espongono i giovani utenti a nuovi rischi, quale il loro uso distorto o improprio, per colpire intenzionalmente persone indifese e arrecare danno alla loro reputazione.

I ragazzi quando usano internet o i cellulari in maniera inadeguata sono a rischio di commettere azioni che sfiorano l’illegalità, quando non contemplano veri e propri reati, ma anche essere oggetto di aggressioni, prevaricazioni dirette o indirette.

A oggi, non esiste una definizione operativa di bullismo elettronico, o ‘online’, universalmente condivisa tra i ricercatori, si fa riferimento all’”utilizzo di internet o delle altre tecnologie digitali come i cellulari e i personal computer come mezzo per molestare intenzionalmente altre persone” (Willard 2003).

Il progetto Tabby in Internet è stato co-finanziato dall’Unione Europea, Progetti Daphne.

Capofila del progetto il Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli, con i partner Chiamamilano, l’Università di Cipro, l’università ‘Aristotele’ di Salonicco, la Fondazione Ungherese Eszer, e il Centro per gli Studi sulla Democrazia della Bulgaria, con il coinvolgimento del Miur e dell’Ufficio ‘Più Scuola Meno Mafia’.

Il progetto ha prodotto un ‘tool-kit’ un insieme di strumenti intervento per gli stessi ragazzi e per gli insegnanti.

Andando sul sito si può compilare il questionario on line e ottenere un profilo di rischio: verde, tutto ok anche se mai abbassare la guardia, giallo, qualcosa del comportamento in rete può portare a un rischio di cyber bullismo, fare attenzione, arancione, sono già successe delle cose on line che sono indice di rischio medio, rosso la rete è fonte di cyber bullismo, chiedere aiuto.

Questo cosa significa?

  • Quando il profilo che il ragazzo, la ragazza ottengono è Green Tabby, gli/le si dice:

Bullismo e cyber bullismo sono fenomeni a te estranei. E’ molto probabile che le tue relazioni nel mondo reale cosi come il tuo comportamento corretto online unito alle conoscenze delle strategie utili alla sicurezza in internet ti “PROTEGGANO” dallo sperimentare ed agire tali comportamenti. Continua così!!!

  • Quando il profilo che il ragazzo, la ragazza ottengono è Yellow Tabby, gli/le si dice:

Pur non essendo molto coinvolto in questi fenomeni è probabile che tu li abbia sperimentati in veste di vittima o di autore, in forma lieve o come “SCHERZO” tra amici. Ricorda che entrambi i fenomeni causano dolore e sofferenza a chi li subisce e pongono a rischio di eventuali comportamenti devianti i cosiddetti bulli. Per cui stai attento, sei in una condizione di basso rischio, ma pur sempre a rischio!!!

  • Quando il profilo che il ragazzo, la ragazza ottengono è Orange Tabby, gli/le si dice:

Bullismo e/o cyber bullismo sono fenomeni a te ben noti, molto probabilmente ti trovi ad agire o subire uno o entrambi di essi frequentemente. Ti trovi, dunque, in una condizione di elevato rischio per cui sarebbe utile che ne parlassi con un adulto di fiducia al fine di stabilire assieme il modo più opportuno di fronteggiare la situazione, ed evitare così il protrarsi nel tempo di una condizione che ti espone ad ulteriori conseguenze negative.

  • Quando il profilo che il ragazzo, la ragazza ottengono è Red Tabby, gli/le si dice:

Bullismo e/o cyber bullismo sono il tuo pane quotidiano! Non importa che tu sia un Nelson o un Milhouse, ciò che conta e che hai bisogno urgentemente di aiuto perché ti trovi in una condizione che ti pone ad un livello elevatissimo di rischio. Non pensare di poter risolvere da solo i tuoi problemi, chiedi aiuto!!!

Vi sono sul sito e postati anche su Youtube i Tabby Video che aiutano a capire le conseguenze di un uso inadeguato delle rete e in particolare dei social-networks e vengono dati tutta una serie di consigli su come stare fuori dai guai, e infine c’è un manuale per gli insegnanti ma che è utile anche per i genitori o gli adulti in generale per aiutare loro non solo a capire cosa è il cyber bullismo, ma anche come prevenirlo e contrastarlo e come non sottovalutare condotte che in alcuni casi sono veri e propri reati.

SCHERZI O VESSAZIONI?
Sono usciti i primi dati sulla ricerca fatta nei 5 paesi Europei, dove emerge che in Italia, su un campione di 905 ragazzi e ragazze di età media di 15 anni provenienti da varie parti di Italia, il 7,9% dei ragazzi ha detto di aver subito negli ultimo sei mesi almeno qualche forma di prevaricazione on line, e il 7,21% le ha fatte.

Semplici scherzi, forme distorte di comunicazione o vere e proprie vessazioni? Il confine fra scherzo e reato per alcuni ragazzi non è così evidente.

Di cosa stiamo parlando?

Il Cyberbullismo si manifesta in vari modi, per alcune cose è simile al bullismo tradizionale mentre per altre è differente:

Flaming

• Flaming: un flame (termine inglese che significa “fiamma”) è un messaggio deliberatamente ostile e provocatorio inviato da un utente alla comunità o a un singolo individuo; il flaming avviene tramite l’invio di messaggi elettronici, violenti e volgari allo scopo di suscitare conflitti verbali all’interno della rete tra due o più utenti.

Harassment

• Harassment: caratteristica di questa tipologia di cyberbullismo sono le molestie, ossia azioni, parole o comportamenti, persistenti e ripetuti, diretti verso una persona specifica, che possono causare disagio emotivo e psichico. Come nel bullismo tradizionale, si viene a creare una relazione sbilanciata, nella quale la vittima subisce passivamente le molestie, o al massimo tenta, generalmente senza successo, di convincere il persecutore a porre fine alle aggressioni.

Cyberstalking

• Cyberstalking: questo termine viene utilizzato per definire quei comportamenti che, attraverso l’uso delle nuove tecnologie, sono atti a perseguitare le vittime con diverse molestie, ed hanno lo scopo di infastidirle e molestarle sino a commettere atti di aggressione molto più violenti, anche di tipo fisico. Si tratta di un insieme di condotte persistenti e persecutorie messe in atto con la rete o i cellulari.

Denigration

• Denigration: distribuzione, all’interno della rete o tramite SMS, di messaggi falsi o dispregiativi nei confronti delle vittime, con lo scopo “di danneggiare la reputazione o le amicizie di colui che viene preso di mira”.

Impersonation

• Impersonation: caratteristica di questo fenomeno è che il persecutore si crea una identità fittizia con il nome di un’altra persona nota, usando una sua foto, creando un nuovo profilo parallelo, fingendo di essere quella persona per poi parlare male di qualcuno, offendere, farsi raccontare cose. Può anche accadere che il soggetto intruso, se in possesso del nome utente e della password della vittima invii dei messaggi, a nome di questa, ad un’altra persona, che non saprà che i messaggi che gli sono arrivati non sono, in realtà, stati inviati dal proprio conoscente, ma da una terza persona che si è impossessata dell’identità. In certi casi, il bullo modifica la password della vittima, impedendogli così l’accesso alla propria mail o account. Questa forma di aggressione, può creare problemi o, addirittura mettere in pericolo il vero proprietario dell’account. Non di raro questi casi vedono coinvolti per lo più ex partner rancorosi.

Tricky o outing

• Tricky o outing: la peculiarità di questo fenomeno risiede nell’intento di ingannare la vittima: il bullo tramite questa strategia entra prima in confidenza con la vittima, scambiando con essa informazioni intime e/o private, e una volta ottenute le informazioni e la fiducia della vittima, le diffonde tramite mezzi elettronici come internet, sms, etc.

Exclusion

• Exclusion: consiste nell’escludere intenzionalmente un altro utente dal proprio gruppo di amici, dalla chat o da un gioco interattivo. L’esclusione dal gruppo di amici è percepita come una grave offesa, che è in grado di ridurre la popolarità tra il gruppo dei pari e quindi anche un eventuale “potere” ricoperto all’interno della cerchia di amici.

Happy slapping

• Happy slapping: (tradotto in: schiaffo allegro) è un fenomeno giovanile osservato per la prima volta nel 2004 in Inghilterra. È una forma di bullismo elettronico piuttosto recente, legata al bullismo tradizionale, in cui un gruppo di ragazzi scopre di divertirsi tirando ceffoni a sconosciuti, riprendendo il tutto con i videofonini. Dai ceffoni si è passati anche ad atti di aggressione e teppismo. Oggi l’happy slapping consiste in una registrazione video durante la quale la vittima è ripresa mentre subisce diverse forme di violenza, sia psichiche che fisiche per “ridicolizzare, umiliare e svilire la vittima”. Le registrazioni vengono effettuate all’insaputa della vittima e le immagini vengono poi pubblicate su internet e visualizzate da altri utenti.



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