
Il leshiy (“colui che vive nel bosco”) è il più temibile ma anche il più allegro degli spiritelli. Incredibilmente alto e coperto di pelo come un animale, è il signore di tutte le creature della foresta. Di temperamento inquieto, percorre in continuazione i boschi e fa scherzi ai viandanti distratti, come ad esempio farli smarrire. E per riuscirvi assume spesso le sembianze di un parente che si offre di accompagnare il malcapitato a casa. Tuttavia è possibile accorgersi che il leshiy non è vostro padre né vostro nonno, dal momento che porta i capelli lunghi, ha degli occhi ferali e il indossa immancabilmente qualcosa di vistoso (come un cappello o una cintura di colore rosso). Il leshiy vuole sempre fumare, e non perde mai l’occasione di scroccare tabacco dai passanti. Ama anche divertirsi, ed è capace di assumere le sembianze di un abitante del villaggio pur di partecipare a una festa di paese. È importante però riuscire a scacciarlo per tempo: se si ubriaca e inizia a ballare, infatti, l’intero villaggio verrebbe travolto dall’impeto di questo antico spiritello su di giri.
Per evitare di farsi abbindolare o inseguire da un leshiy si può recitare una preghiera, anche se uno dei rimedi più efficaci consiste nell’imprecare: tutti gli spiriti russi rifuggono dal turpiloquio, ancor più che dalle preghiere. Per mettere in fuga un leshiy si può anche indossare i propri abiti al contrario, o scambiare la scarpa destra con la sinistra. È comunque preferibile evitare del tutto di entrare in contatto con un leshiy, quindi non avventuratevi nella foresta da soli, non litigate, scorrazzate o schiamazzate nei boschi. Soprattutto, non rimanete di notte nelle foreste. E se proprio siete costretti a farlo, non dormite lungo il sentiero. Tutti questi comportamenti, che secondo la tradizione indispongono il leshiy, nascondono in realtà delle precauzioni volte a scongiurare l’incontro con i predatori della foresta. O forse sono proprio questi ad essere rappresentati, cumulativamente, dal personaggio del leshiy? Chissà. Di certo, pochi hanno il coraggio di negare l’esistenza del re delle foreste.
Fonte: https://it.rbth.com/storie/2014/05/14/cosa_resta_delle_divinita_del_passato_30993
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