Carnevale e S. Antonio Abate
Accettura
S. Mauro Forte
Tricarico
Riti arborei
Accettura

La Festa di Maggio di Accettura, che si svolge ogni anno tra il giorno della Pentecoste e il martedi successivo e che dedica al Santo Patrono, San Giuliano, giorni di celebrazione molto sentiti da tutta la popolazione. Si tratta di una tradizione che vede protagonisti inizialmente la Cima, un agrifoglio trasportato a spalla dalla foresta fino al paese, e il Maggio, un cerro di quasi trenta metri trascinato da coppie di buoi dal bosco di Montepiano. Con il compimento di questo particolare matrimonio ha inizio la festa, che si propone con le operazioni dell’innesto, dell’innalzamento e della scalata del Maggio secondo uno schema classico che contraddistingue la celebrazione dagli altri culti dedicati agli alberi. Il Maggio di Accettura, infatti, rappresenta un modello più complesso e significativo rispetto ad altri culti arborei.
Durante il congiungimento e l’innalzamento dei due alberi dalle campagne arriva la processione del quadro dei Santi Giovanni e Paolo e, nel pomeriggio del lunedi, la statua di San Giulianicchio viene portata, insieme al quadro, in processione per il paese. Il giorno successivo ha luogo la vera processione di San Giulianopreceduta da una lunga fila di costruzioni votive di candele e nastrini portate sul capo da ragazze, chiamate cende. Il corteo percorre le strade principali fino a raggiungere Largo San Vito, al centro del paese, dove il Maggio si sta innalzando: cosi, sotto lo sguardo del Santo e dopo difficili e delicate operazioni, l’albero viene eretto e nel tardo pomeriggio i più coraggiosi possono cimentarsi nell’ardua scalata. Con i suoi aspetti religiosi e folcloristici, la Festa del Maggio ricalca i antichi riti pagani agrari ed arborei tipici delle popolazioni contadine e rappresenta la resurrezione della vegetazione, proponendosi anche come rigenerazione della collettività umana.
Gorgoglione
Rotonda
Settimana Santa
Barile
Ferrandina
Pisticci
S. Arcangelo
S. Chirico Nuovo
S. Costantino Albanese
Processioni religiose
Accettura (S. Giuliano)
Le “Cente” sono delle sculture di candele che nascono come manifestazione della devozione popolare al Santo. Il lunedì ed il martedì della festa è possibile osservare questi manufatti precedere la statua di San Giulianicchio o di San Giuliano nella processione per le vie del paese. Rappresentano una forma di preghiera, non più intima e personale ma condivisa con la comunità tutta: ogni singola candela rappresenta un filo diretto con l’atto battesimale mentre l’insieme di tutte le candele simboleggia la Chiesa, unita nel ringraziare il Santo.


Cersosimo (S. Vincenzo Ferreri)
Gorgoglione (Madonna del Pergamo e S. Antonio di Padova)
Matera (Madonna della Bruna)
Pisticci (S. Rocco)
S. Fele (Madonna di Pierno)
S. Paolo Albanese (S. Francesco)
S. Severino (Madonna del Pollino)
Tolve (S. Rocco)
Viggiano (Madonna del Sacro Monte)
Pedali, frazione di Viggianello

Madonna del Carmine a Pedali di Viggianello. Foto: S. Cuneo, 1996-1998, Archivio Fotografico dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
La Festa della Madonna del Carmine si tiene annualmente nel borgo di Pedali, frazione del comune di Viggianello (Potenza), la terza domenica di agosto, in onore della Madonna del Carmine. Le caratteristiche peculiari di questa festa sono le seguenti:
I cirii, le cinte e la meta offerti alla Madonna del Carmine nel corso del rituale sono composizioni formate da intrecci di cereali:
i cirii hanno la struttura in legno ornata con mazzi di spighe di grano e nastri colorati e sono portati sulla testa dalle donne;
le cinte vengono decorate invece con candele e sono offerte dai fedeli che fanno voto alla Madonna;
la meta è una struttura mobile in legno di grandi dimensioni, portata a spalla dagli uomini, decorata con spighe di grano, a ricordare il covone che veniva innalzato un tempo, dopo la mietitura, ad essa vengono legati animali dell’aia e ghiri in segno di ringraziamento alla terra per la messe prodotta.
Danza del falcetto
La danza del falcetto, momento importante e simbolico, è mimata da uomini che, muovendosi come se stessero mietendo il grano, agitano le falci nel gesto della mietitura, rasano allegoricamente l’asfalto con la lama, tagliano l’erba ai bordi della strada al ritmo della tarantella in un contesto di suoni di zampogne ed organetti.
La danza del falcetto praticata a Pedali, come le analoghe danze armate della Lucania, sempre interpretate da soli uomini, sono danze arcaiche che potrebbero risalire ad antiche pratiche pre-cristiane. La presenza costante del ballo caratterizza fortemente la festa della Madonna del Carmine di Pedali, dove zampogne, tamburelli e organetti fanno muovere al ritmo di tarantella non solo gli uomini con la falce, ma anche le donne con i cirii ed i fedeli con le cente sulla testa.
Manifestazioni
Matinate di Matera
Serenata di nozze a S. Costantino Albanese
Ballo della ‘Uglia a Anzi
Ballo delle cente a Viggiano
Categorie:K17.1- Basilicata
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