
Ogni anno la notte precedente il 16 luglio, sera della veglia presso la Chiesa Madre, la statua della Madonna viene rivestita con un manto carico di tutto il suo tesoro votivo in oro e argento. Una corona cinge il capo sia della Vergine che del Bambino, uno scapolare è appeso ad un braccio. Il 16 luglio la statua viene portata in processione fino al convento di Santa Maria degli Angeli da dove ha inizio il pellegrinaggio popolare per raggiungere il santuario al monte. Lungo il corteo vengono trasportati i cinti insieme ai palii, insegne di forma triangolare in lino con l’immagine della Madonna ricamata in oro. Giunti al monte, la statua effettua tre giri intorno al Santuario e, una volta entrata, viene celebrata una Messa Solenne. Al termine della celebrazione i devoti rimangono a consumare cibi all’aperto.
La seconda domenica di settembre, dopo due mesi di permamenza della statua presso il santuario al monte, avviene la traslazione di ritorno. La notte precedente la discesa ha luogo una veglia presso il santuario sul monte, poi la domenica mattina la statua della Madonna con un pellegrinaggio ritorna in paese dove all’altezza del convento dei Riformati si forma la processione che attraversa la città e reca la Vergine alla Basilica Pontificia Minore di Santa Maria del Carmine di Avigliano dove rimarrà fino a luglio dell’anno seguente.
I cinti
I cinti o cente sono grandi costruzioni votive di candele a più piani, architetture complesse che rappresentano torri, navi, frontespizi di chiese o altarini e altre immagini devozionali. Essi sono realizzati da esperti artigiani che però nel tempo stanno scomparendo; alcuni fra i più conosciuti della zona sono Rocco Rosiello, Marco Rosa, Antonio Rosiello e Pietro Pace. I cinti, riccamente decorati con nastri colorati, fiori e immagini sacre, vengono offerti in segno di devozione, voto o richiesta di grazia sia dai singoli fedeli che dai paesi che partecipano al rito.
Sono i giovani familiari del devoto che offre il cinto a farsi carico di portarlo a spalla durante la processione, mentre alle giovani donne della famiglia, che un tempo dovevano essere pure, è lasciato il compito di reggere i lunghi nastri colorati attaccati alle costruzioni. In passato le giovani accompagnavano il pellegrinaggio delle cente con il canto: le rime delle invocazioni passavano da una voce all’altra creando un incrocio fra di loro nel cantare le lodi e gli inni dalla Madre Protettrice. Al termine del pellegrinaggio i cinti offerti alla Madonna rimangono nella cappella sul monte.
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