La “novaja drama” nel teatro russo tra XX e XXI secolo
Uno dei fenomeni più interessanti del teatro russo contemporaneo è legato al fenomeno della “novaja drama“, un movimento nato alla fine degli anni Novanta in Russia. Si tratta di voci nuove, giovani, disinibite, attente al resto delle drammaturgie straniere, ma consapevoli di scrivere da una realtà concreta e con una maggiore libertà rispetto a quella che si respira nel cinema o nella letteratura. Vivendo in un mondo molto più interconnesso rispetto a quello dei loro genitori, i temi, che questi giovani autori affrontano, trovano eco in altri pubblici non slavi.
La funzione dei teatri
A Mosca il punto nevralgico di questo fenomeno è rappresentato dal Teatr.doc – coordinato da Mikhail Ugarov e Elena Gremina – conosciuto oltre ai confini della Russia per la pièce su Sergei Magnitskij, l’avvocato che denunciò un sistema di frodi fiscali in cui erano coinvolti alcuni politici di alto livello e che morì nel 2009 per maltrattamenti, mentre si trovava in carcere in attesa di essere processato.
Grande successo ha riscosso anche un’opera sulle reazioni della società civile a seguito della strage di Beslan. Si tratta di temi attuali, di confronto diretto, attivo e necessario, che non richiedono né grandi mezzi né tantomeno scenografie pirotecniche: solo testo, autori e pubblico.
Questa nuova corrente si sta facendo conoscere all’estero grazie a traduzioni, premi e messe in scena. A Londra, per esempio, troviamo il progetto Sputnik, il cui obiettivo è far conoscere questi testi, al pubblico, con nuove versioni, letture e un festival biennale.
Partiti o forse colpiti da un seminario sulla tecnica del Verbatim tenuto a Mosca dalla Royal Court, questo teatro si fa promotore di problematiche allontanate dai media ufficiali, ma soprattutto utilizza altre fonti. Non comunicati stampa, non “documenti ufficiali per i quali c’è sempre un contro documeto né fonti politiche che hanno come unico scopo quello di ingannare e di dire ciò che non pensano”. Il Teatr.doc sceglie di passare attraverso le persone per arrivare alle persone, poco importa se occore usare le interrogazioni di un tribunale o le registrazioni di interviste o i forum di una chat. “L’importante è la persona vivente”. Persone comuni che si possono guardare mentre raccontano. Una ricerca di materiale che mira alla raccolta di parole, di suoni, di storie, di trame. Si muovono come giornalisti ma per entrare nel tessuto drammaturgico. Alla fine sul tavolo ci sono pezzi di vita che devono essere ricomposti. E così entra in gioco il teatro. Un montaggio artistico dai tratti emozionali viene utilizzato per sfoltire e donare ai frammenti unità tematica e ritmica, un respiro epico che appare strano all’orecchio russo, ma, allo stesso tempo, risulta vincente.
Come in una sorta di Commedia dell’Arte il Teatr.doc mira alla formazione di ruoli e personaggi. I ricordi e le memorie delle persone vere vengono cuciti insieme per la creazione di caratteri universalmente noti e condivisi: non personaggi inventati dalla mente creativa di uno scrittore, ma personaggi nati dalla combinazione di persone viventi e che quindi parlano di tutti. Ecco perché questo tipo di teatro vince, perché parla di noi e di cose che ci riguardano molto da vicino. È forte il bisogno di cambiare drammaturgia se ci si vuole aprire alla vita.
La “novaja drama” è legata al Teatr Praktika, primo teatro statale ad occuparsi esclusivamente di testi contemporanei.
Mikhail Ugarov
Drammaturgo, sceneggiatore, regista e commediografo, nato ad Arkhangelsk nel 1956, è morto il 1 aprile 2018. Primo attore e consulente letterario a Kirov, si è trasferito a Mosca nel 1991 dove ha studiato drammaturgia presso l’Institute of Gorky Literature.
Autore celebre, ha pubblicato dieci lavori che sono stati messi in scena in Russia, Polonia, Germania, Finlandia, Lettonia. Dal 1995 è membro organizzatore del Festival della Giovane drammaturgia Liubimovka.
Nel 2002, con Eléna Gremina e alcuni giovani autori, fonda il Teatr.doc – Centre de la Piece Nouvelle et Sociale, una scena moscovita aperta all’innovazione, di cui è co-direttore artistico: una cinquantina di spettacoli, spesso documentari , sono stati prodotti in dieci anni. Lo stesso anno, ha partecipato all’organizzazione del festival drammatico Novaia a Mosca. Dal 2010 presiede il Consiglio artistico del Centro per la drammaturgia e la messa in scena di Mosca.
Didatta apprezzato dalla giovane generazione, anima, instancabilmente dal 1999, seminari, workshop e laboratori di scrittura, messa in scena, a Mosca (Scuola di giornalismo GU-VCHE) e in provincia: a Novosibirsk, Krasnoyarsk, Omsk, Barnaul (Altai), Yasnaya-Poliana (regione di Tver), Penza, Kirov; nel 2011, il ‘Laboratorio documentario e teatro interattivo’, nell’ambito del primo festival ‘Teatro nella regione del Volga’.
Ha messo in scena una dozzina di spettacoli, tra cui le creazioni emblematiche del movimento documentario russo prodotto da Teatr.doc:
LA GUERRA DELLA MOLDAVA PER UN CARTONE DI CARTONE (2003)
SEPTEMBER.DOC (creato al Passages Nancy 2005 Festival)
ONE HOUR E EIGHTEEN MINUTES (2010)
DUE IN YOUR HOME (2011).
Elena Gremina
Drammaturga, sceneggiatrice nata a Mosca nel 1956, è morta il 16 maggio 2018. Ha studiato letteratura presso l’Institute of Gorky Literature. Rinomata drammaturga, è autrice di una quindicina di opere teatrali e di numerose serie e serie televisive, la maggior parte delle quali basate su argomenti storici.
Nel 1999 ha preso parte all’organizzazione dei primi seminari di drammaturgia documentaria a Londra (commissionato dal Festival Nazionale del Teatro Masque d’Or), animato dagli artisti teatrali di Londra Royal Court. Da allora, ha fornito numerosi workshop tematici, spesso dedicati alla scrittura di documentari.
Nel 2002, insieme a Mikhail Ugarov e alcuni giovani autori, fonda il Teatr.doc – Centro de la Pezzo Nouvelle et Sociale, una scena moscovita aperta all’innovazione, per la quale ha co-diretto l’arte: una cinquantina di spettacoli, spesso documentari , sono stati prodotti in dieci anni.
Lo stesso anno, ha partecipato all’organizzazione del festival drammatico Novaia di Mosca, per il quale ha diretto (2002-2008) il programma ‘dramaturgie de recherche’. È l’iniziatore di progetti e l’autore di brani documentari immediatamente attuali tra cui: SEPTEMBRE.DOC (creato al festival Passages Nancy 2005) sulla presa in ostaggio della Scuola di Beslan in Ossezia del Nord e UNE TIME AND EIGHTEEN MINUTES (2010) dedicato alla morte in carcere dell’avvocato Serguei Magnitsky, creato da Mr. Ougarov al Teatr.doc.
Tra il 2007 e il 2009, ha iniziato e co-scritto le creazioni bilingue russo-polacco 1612 e 1654, in collaborazione con il Teatro degli Spettatori di Wroclaw. Dal 2010 conduce un gruppo di ricerca e creazione di documentari al Teatr.doc, aperto agli artisti alle prime armi, la cui prima creazione, LE BRUIT, è stata presentata durante la ‘Semaine des Premières de Projets Documentaires’ nel giugno 2011.
Ivan Vyrypaev (Иван Александрович Вырыпаев)
Un autore rappresentativo di questo movimento è Ivan Aleksandrovič Vyrypaev (1974), attore, drammaturgo, regista e sceneggiatore russo. Dopo aver terminato gli studi presso la scuola di teatro locale, dal 1995 lavora come attore a Magadan e in Kamčatka, fonda un teatro ad Irkutsk e studia regia per corrispondenza presso l’Accademia di Teatro Šukin di Mosca. Dal 1999 al 2001 insegna recitazione presso l’accademia d’arte drammatica di Irkutsk. Trasferitosi a Mosca, nel 2001 partecipa alla creazione del teatro indipendente Teatro.doc, e nel 2005 fonda il movimento “Ossigeno“. Nell’aprile 2013 diventa direttore artistico del Teatro Stabile Praktika di Mosca, per il quale era già coordinatore artistico dal 2006.
Una delle pièce più rappresentative del drammaturgo è “Mahamaya Electronic Devices” (2015).
Natalija Mošina
Altra piéce significativa è “Žara” dell’autrice Natalija Mošina.
Yaroslava Pulinovich
Yaroslava Pulinovich (Omsk, 1987) è una delle rappresentanti più giovani della “Novaja Drama” e vanta una carriera davvero promettente. Laureata all’Istituto teatrale di Ekaterinburg e vincitrice del premio Debut, nel 2008, per la migliore pièce teatrale, le sue opere trattano la complessità dell’adolescenza e hanno fatto il giro di tutta la Russia, nonché partecipato a diversi eventi internazionali.
“In Russia ci sono molti concorsi e festival a cui è possibile inviare i propri testi. Grazie a loro, compaiono nuovi nomi e i registi si animano a portare in scena nuovi lavori”, spiega la Pulinovich a Russia Oggi.
“Affinché ti notino, tuttavia, i registi devono aver già sentito il tuo nome. Nel mio caso, ho iniziato a scrivere che ero una bambina, all’età di otto anni. Poi, a sedici, ho seguito un corso di drammaturgia con Nikolai Koljad, che mi ha cambiato la vita. Ho incominciato a scrivere per il teatro e continuo a farlo tuttora”.
“Natashina mechta” (Il sogno di Nataša), la sua opera più famosa, assieme a “Pobedila ja” (Ho vinto), costituiscono un dittico su ciò che significa essere adolescenti nella Russia contemporanea, raccontando la storia straziante di due ragazze adolescenti, che si chiamano entrambe Natasha e che hanno sacrificato i loro sogni giovanili. Entrambe sono un riflesso delle pressioni che soffrono i giovani e dei sentimenti che gli adulti proiettano su di loro.
Nella prima pièce viene approfondita la questione dei besprizorniki (“bambini senza famiglia”), che finiscono negli istituti per l’infanzia e dei quali solo il 10 per cento riesce a trovare la propria strada.
La seconda riguarda l’iperprotezione dei genitori che hanno vissuto il cambiamento politico in età adolescenziale e hanno trasmesso ai loro figli una visione della vita molto più individualista e timorosa del mondo esterno, che punta alla scalata sociale. “Mi interessa quello che sta succedendo adesso in Russia, nonostante, alla fine, le domande rimangano sempre le stesse: perché viviamo, come viviamo e perché soffriamo. Quando scrivo, mi baso soprattutto sulla realtà attuale piuttosto che sulla tradizione, sebbene quest’ultima sia sempre presente, in modo inconsapevole”.
L’opportunità che questa generazione ha di viaggiare e conoscere altre fonti di ispirazione si nota nei risultati, che spesso sono proposte suggestive e universali. “Mi piace soprattutto la letteratura americana di autori come Fitzgerald, Salinger e Tennessee Williams, e ciò che sta succedendo sulla scena polacca e lituana”, spiega la drammaturga e sceneggiatrice russa, consigliando le produzioni del Teatr.doc e del Teatro Koljada di Ekaterinburg, dove risiede attualmente.
Mikhail Durnenkov
“In Russia stiamo vivendo una serie di eventi politici molto importanti che riguardano tutti noi”, commenta Mikhail Durnenkov (nato a Tynda, Siberia orientale, nel 1978). Questo scrittore e drammaturgo siberiano fa parte del “fenomeno Togliatti”, un’esplosione di autori che si è originata attorno al Festival May Readings.
“L’espressione che ritengo più importante è quella della drammaturgia giovane del Ljubimovka, quest’anno alla sua 25° edizione. I teatri russi sono attenti a ciò che succede nei cinque festival più o meno importanti -, commenta a Russia Oggi. – Come la maggior parte di quelli della mia generazione, sono influenzato dalla cultura pop americana” .
“Ma cerco sempre di preservare la mia lingua e cultura. A volte, nel corso di questa ricerca, compare qualcosa di nuovo e sorprendente, qualcosa di particolare che esiste solo in Russia”, conclude.
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