Il Caucaso è una regione a cavallo tra l’Asia e l’Europa. I suoi confini geografici sono la Regione del Volga a Nord, il Mar Caspio ad Est, l’Altopiano Iranico a Sud ed il Mar Nero ad Ovest.
È possibile suddividere il Caucaso in due macroregioni: il Caucaso Settentrionale, i cui confini meridionali sono costituiti dalla catena del Grande Caucaso, catena montuosa lunga 1.200 km che è fra le più alte del mondo (Monte Elbrus 5642m), fra Mar Nero e Mar Caspio, ed il Piccolo Caucaso. Appartiene all’ era terziaria (come le alpi) o era oligocene e ha circa 25 milioni di anni.
Stati apparternenti
Alla regione appartengono i seguenti stati o regioni indipendenti:
Armenia
Azerbaigian
Nagorno-Karabakh (Territorio rivendicato dall’Azerbaigian e indipendente de facto)
Georgia
Abcazia (Territorio rivendicato dalla Georgia e indipendente de facto)
Ossezia del Sud (Territorio rivendicato dalla Georgia e indipendente de facto)
Russia
A sua volta, il territorio caucasico sotto governo russo, il Distretto Federale del Caucaso settentrionale è composto da 7 entità federali:
Cecenia
Dagestan
Inguscezia
Cabardino-Balcaria
Ossezia del Nord
Territorio di Stavropol’
Karačaj-Circassia
Anche se questa regione è considerata facente geograficamente parte dell’Asia, per la sua storia e la sua cultura possiede elementi di profondo legame con l’Europa.
Storia fino al 1989
Esplorato da navigatori greci di Mileto nell’VIII secolo a.C., il litorale del Mar Nero vide la nascita di numerose colonie greche. Il Caucaso propriamente detto, dove si mescolano le influenze dei Persiani, dei Parti e dei Romani, venne cristianizzato nel IV secolo. Punto di contatto tra le civiltà bizantine e arabe durante l’Alto Medioevo, questa zona geografica subì la dominazione turca dal XI secolo e l’invasione mongola nel XIII secolo.
Tra l’XI secolo e la metà del XIII si sviluppò una notevole civiltà nei reami cristiani dell’Armenia e della Georgia ma, dopo la presa di Costantinopoli del 1453 la regione rimase isolata dal resto della cristianità e passò sotto la dominazione ottomana nel XVI secolo.
Nella stessa epoca inizia anche la penetrazione dell’Impero russo nel Caucaso, penetrazione che si concluse in ogni modo solo verso la fine del XVIII secolo; dopo l’annessione della Georgia nel 1801, la guerra contro i persiani e l’impero ottomano (1805-1829) permette ai Russi di impadronirsi della regione nei pressi di Erevan. Per anni, fino al 1859, anno della cattura del capo musulmano Imam Shamil, le forze russe dovettero combattere aspramente con le forze di resistenza dell’Imamato del Caucaso.
I territori caucasici dove nel 1917, in seguito alla Rivoluzione russa, erano state create le Repubbliche Socialiste di Georgia, Armenia e Azerbaigian furono teatro, durante la seconda guerra mondiale dal luglio 1942 al gennaio 1943, di una vasta offensiva tedesca (Operazione Blu) il cui obiettivo era la conquista dei giacimenti di petrolio nei pressi di Baku e la riva del Mar Caspio.
Nel dopoguerra e fino al crollo dell’URSS la storia del Caucaso è strettamente correlata alla Storia dell’Unione Sovietica.
Situazione politica odierna
Dopo il 1989 con la dissoluzione dell’URSS nella regione sono nati tre nuovi Stati indipendenti – la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian – mentre le altre 6 ex repubbliche sovietiche della cosiddetta Ciscaucasia sono rimaste in seno alla Federazione Russa, seppure con lo status di Repubbliche Autonome.
I nuovi Stati hanno subito dovuto affrontare gravi problemi economici e dispute di territorio: l’Armenia e l’Azerbaigian si disputano il territorio del Nagorno-Karabakh, politicamente azero ma abitato da maggioranza armena. La Georgia deve invece far fronte a richieste separatiste nelle regioni dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud.
Dal 1991, all’interno della Federazione Russa, si combatte un sanguinoso conflitto tra le autorità centrali e la Cecenia, che reclama la sua indipendenza da Mosca.
Bibliografia
Steve LeVine, Il petrolio e la gloria, collana Inchieste, traduzione di Enrico Monier, Fagnano Alto, Editrice il Sirente, 2009, XXXII-512 pp.
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