Antonio De Lisa- Se perdi Orfeo (racconto di una trasferta teatrale)

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La Compagnia Lost Orpheus Teatro è in partenza per Valsinni, in trasferta per partecipare con “Feast Food” alla rassegna “Weekend a teatro”, ma la giornata non comincia con i migliori auspici.  Comincia a piovere proprio mentre bisogna caricare la scenografia nelle varie macchine. Minni è come un uccellino inzuppato, mentre il Capocomico eroicamente si espone agli elementi naturali per caricare un elemento scenografico sul portabagagli, imperlando di acque primaverili la sua preziosa camicia bianca.

I commedianti che via via arrivano all’appuntamento si dispongono come una truppa di combattimento per aiutare il Capocomico a caricare il portabagagli. Virko ha un’idea geniale: perché non usare uno sgabellino (quello di scena) per legare la griglia? Allora il Modello, che è alto come una pertica, si offre per riparare con un ombrellino l’operazione, mentre il Capocomico magnifica le sue operazioni velico-marinare in anni lontani: “Non vi è mai capitato di aggiustare una vela in mare sotto la pioggia?”. I commedianti impacchettano i vari elementi di scena, facendo una confusione appena tollerabile nello studio dei Lost Orpheus. Alma è molto preoccupata dell’inzuppamento di Minni, che sembra di essere andata in piscina a fare il bagno con le scarpe. Tutto intorno cominciano a fioccare le battute. Se metti insieme Omodeo e il Modello è la fine …

La gente che passa da Via del Popolo si ferma per osservare la scena di una banda di pazzi che cerca di mettere insieme gli elementi di una scena fantastica per una storia immaginaria, che stanno per andare a recitare in un paese in cui una volta viveva una poetessa geniale e infelice, ammazzata dai suoi fratelli. Gli automobilisti rallentano, sotto lo scrosciare di pesanti goccioloni, che sembrano ormai far parte delle spedizioni dei Lost Orpheus. A gennaio, alla prima di Feast Food, nevicava. Ma tutti avvertono che oggi è una giornata speciale. Un allenatore se ne accorge quando la squadra appare in palla. Farà un figurone. I commedianti sono caricatissimi. Varki è sempre caricato di suo, non ha bisogno di cariche, Varki, che serpeggia come un cucciolone tra gli elementi del gruppo, a sfottere ed essere sfottuto. C’è un’energia palpabile. L’energia della vita.

Nell’ambiente del teatro si dice che quando si ha a che fare con più di sei attori in scena “so’ cazzi!”. I Lost sono dieci, ma anche molto disciplinati. Folli, originali, spumeggianti, ma disciplinati, non fosse altro che per le sfuriate del Capocomico, che non bisogna far incazzare, se no sono dolori. Le auto scivolano tre le buche della Basentana, drizzando la prua verso il Sinni. Ogni tanto arriva qualche messaggio via Whatshapp, ma niente di che, procede tutto bene. C’è solo un po’ di fame mattutina, che bisogna soddisfare urgentemente, a spese del papà di Omodeo (che accompagna la spedizione), il quale si svena in un bar per pagare la consumazione di un’orda di barbari.

Quando i Lost arrivano a Valsinni, all’incrocio del paese, sono fermati dal conducente di un’auto di grossa cilindrata, che chiede: “Siete voi la compagnia teatrale?”. Incredibile, neanche i Rolling Stones potrebbero vantare un’accoglienza come questa. Li attende il giovane assessore alla cultura che apre loro le porte di un teatro che è una vera bomboniera, piccolo ma bellissimo. I commedianti (che sono come gli animali quando sentono l’odore del sangue) cominciano a scalpitare per l’eccitazione: scaricare la scenografia, prendere possesso del territorio. Minni schizza come una furia nell’angolo mixer suoni e luci, mentre il Capocomico inquadra con la mente lo spazio scenico: questo va qui, quello lì. Forza ragazzi!

Non ci sono segni di insubordinazione mentre si fanno le prove di “Feast Food” nel bel teatro di Valsinni, fila tutto a puntino. Il successo a teatro è figlio dell’organizzazione. Tutti al loro posto. Un po’ di problemi sorgono per il puntamento delle luci, il teatro non sembra molto attrezzato alla bisogna, ma la squadra logistica dei Lost risolve ogni problema, inerpicandosi (in questo caso Mister Chef) sulle scale. Continua a piovere. Ogni tanto qualche scroscio solleva ritmi percussivi sul tetto del teatro. Ma la domanda che attraversa le menti di tutti è: “Quando si mangia?”

Il ristorante è degno di questo nome e lascia presagire ogni delizia, ma a pranzo il gruppo si deve mantenere leggero. L’oste (che tra l’altro suona l’organo in chiesa) propone una bella e corposa lasagna, adeguatamente preceduta da uno di quegli antipasti che basterebbe da solo a sfamare un reggimento: salsicce, soppressate, pecorino fresco e stagionato. L’atmosfera è molto tranquilla, ottimo segno, la tensione è bilanciata dalla sicurezza delle cose da fare. Il Capocomico avrebbe intenzione di proibire il vino, perché impasta la bocca ma poi lui stesso cede, non senza le insistenze di Alma, a farsi un bicchierino. Il vino è generoso e mette allegria. L’aria si riscalda, senza perdere i freni inibitori (non ancora), mentre nel cielo di Lucania si fa largo un raggio di sole benigno.

Dopo aver mangiato (bene) i giovani attori stanno per entrare in teatro, quando qualcuno mette della musica in macchina. Allora tutti si mettono a ballare, sotto il sole di maggio, accarezzati da una brezza leggera, vibranti di eccitazione per lo spettacolo imminente. Il Capocomico non entra subito nelle danze, folgorato da un’immagine di assoluta bellezza: delle giovani vite, uomini e donne, che celebrano il loro piacere di vivere, con movimenti aggraziati e possenti. Felicità pura. Il Capocomico si commuove ma fa di tutto per non farlo vedere. Una furtiva lacrima …

Le prove del pomeriggio filano lisce e finalmente arriva il gran momento, l’apertura del sipario, che schiude le prospettive tra due mondi, la realtà e la finzione, anche se nessuno è mai riuscito a capire dove è l’una e dove è l’altra. Il Capocomico è in scena, freddo come una calcolatrice, emozionato come una fanciulla nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Dietro le quinte, che sono comode ma strette, non si sente volare una mosca. Prima di dare l’ordine di apertura del sipario, il Capocomico ha fatto un ultimo giro, fila tutto alla perfezione, Alma, Omodeo, Mister Chef, Virko, Varkij, Cecil, la Giornalista, il Modello, il Poliziotto giudiziario sono tutti al loro posto, consapevoli e decisi, silenziosi come soldati delle forze speciali prima dell’assalto. Anche Minni nella sala mixer è pronta. Si annuncia una performance di “Feast Food” migliore della prima, che è sempre una scommessa. Signore e Signori, lo spettacolo comincia …

Il testo di questo spettacolo parla di “cibo e moda”. Cibo e moda sono i due temi che fanno più audience ai giorni nostri, è per questo che la famosa casa di moda gestita da Omodeo Omodeo e dalla sua grintosa manager Alma Agia decidono di organizzare la loro nuova sfilata di moda come una kermesse culinaria, invitando come ospite d’eccezione Mister Chef, uomo di mondo e cuoco di fama internazionale. Tutto sembra annunciare il successo garantito, ma eventi imprevedibili giungeranno a capovolgere le aspettative di tutti, tra un tentativo di attentato messo in atto da due imbranati terroristi caucasici e un’improvvisa crisi mistica del cuoco. La commedia vincitrice del Premio Fersen alla Drammaturgia 2016 di Milano, giudicata dai critici teatrali una “divertente e paradossale pièce dal ritmo incalzante, che consente al pubblico di riscoprire finalmente il gusto per l’intrattenimento brillante. La commedia sarà sicuramente in grado di regalare al pubblico, con garbo associato ad una pungente ironia, un momento di autentico divertimento”.

Lo spettacolo è finito, i commedianti sciamano per la sala a ricevere i complimenti di tutti. Amici e conoscenti vanno in camerino a stringere mani, sollecitare abbracci, brindare. E’ tutto molto bello, ma il bello deve ancora arrivare e consiste nel menu che l’oste sta approntando per i Lost nel suo ristorante sotto il castello di Isabella Morra: una cosa fantastica. Il pane cotto con la scamorza, i ceci con la cotica, le patate con i peperoni. Poi la pasta, condita con mollica soffritta e peperoni. Lo stinco di maiale che nessuno sa tagliare, tranne Alma. Il vino scorre a fiumi, ingentilito dai brindisi di Omodeo e del Capocomico, che improvvisano una gara di brindisi in rima. I Lost fanno tanto casino da essere sollecitati dagli avventori del locale a calmare l’allegria, le voci e i toni. Lì c’è gente normale che mangia. I Lost invece sono esplosivi, in un tripudio di battute e sfottò, mentre il glorioso e pantagruelico cibo lucano trova la sua fine e la sua consolazione nelle fauci dei commedianti.

La giornata volge al termine. Ci vorrà un’oretta e mezza per tornare a Potenza. prima la Sinnica e poi la Basentana. Lucania notturna e misteriosa. La compagnia arriverà a casa verso le due. Nelle auto chiacchiere e considerazioni. Anche questa è fatta. Il prossimo impegno per i Lost Orpheus è per settembre, in una rassegna a Roma, Roma Comic Off, in un teatro di Testaccio e già qualcuno pregusta la nuova avventura, ma c’è l’estate di mezzo, ci sarà tempo per pensarci. Ora i Lost sono impegnati nella parte musicale, con un nuovo Recital che sta per andare in scena, che si intitola “Onde”. Da gennaio, dalla prima di “Feast Food”, ne hanno fatta di strada e altra ne faranno. La strada si lascia attraversare nella notte, placida e tranquilla. Il cielo è pieno di stelle.

Personaggi e interpreti:

Omodeo Omodeo, stilista (Raffaele Battiloro)
Mister Chef, cuoco di fama (Gabriele Pesacane)
Alma Agia, direttrice esecutiva della casa di moda Omodeo (Alessandra Galante)
Virko, Primo terrorista caucasico (Emanuele Libutti)
Varkij, Secondo terrorista caucasico (Jacopo Colangelo)
Cecil, Sorella del Primo terrorista caucasico (Benedetta Kalemi)
Semiologo (Antonio De Lisa), citato come Capocomico
Giornalista (Claudia Pergola)
Poliziotto, anche Poliziotto giudiziario, anche Postino (Nicola Vista)
Modello (Gianmarco Ricapito)
Minni, aiuto regia (Noemi Franco)


Antonio De Lisa- Feast Food & Fashion Show (Copione)

https://adelisa.me/2016/05/11/antonio-de-lisa-feast-food-copione/


Videoclip dello spettacolo “Feast Food & Fashion Show”


manifesto



Categorie:J30.05- Viaggi di teatro

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