Lost Orpheus Ensemble- Onde – Recital di Musica Immagini e Poesie

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Lost Orpheus Ensemble

Onde

Recital di Musica Immagini e Poesie

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L”idea di questo Recital del gruppo Lost Orpheus Ensemble nasce dalla volontà di proporre d’estate una parte del repertorio del gruppo, che risulti insieme accattivante e singificativo. Il gruppo ha in repertorio pezzi di diverso genere. Il Recital è stato pensato in base a una scelta: quella di proporre i pezzi più sognanti e immaginifici. Si tratta di un Recital estivo e il pubblico a cui il gruppo si rivolge con questo programma è un pubblico generico, che ha voglia di divertirsi in maniera intelligente.

Dai testi che pubblichiamo si può notare che la tematica affrontata è quanto mai varia: si tratta di storie di viaggi, di amori, di danze, di sogni. La musica ha un impianto da cantautorato rock, che spesso sconfina nell’indie più aggiornato. Sempre comunque l’arrangiamento è stato super curato per dare l’idea di un suono quanto mai raffinato e pieno.

Durante la serata, i membri del gruppo si alterneranno a raccontare storie, recitare poesie, mostrare immagini in movimento (con l’aiuto di un proiettore).

La strumentazione usata è semplice, pur nella sua completezza, un paio di tastiere, di cui una synth, una chitarra elettrica con amplificatore, un sax, un pc portatile e un processore di effetti.

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Canzoni e Musiche


01) TONIGHT


02) KATIA

Katia lascia scorrere il giorno
senza un verso
senza un rigo.

Katia non è riuscita
a fare il salto dialettico
dalla qualità alla quantità.

Si chiude in frigo.

Katia vive solo di notte,
ogni tanto qualcuno si intromette:
gente strana, vagabondi,
predatori, divorziati e anche sognatori.

Katia ogni tanto alza il gomito
ma non molto, solo per andare
un po’ su di giri, ne ha passate tante
ultimamente con la storia dei suoi amori.

Katia si sposta sulla poltrona
per chiudere un po’ gli occhi stanchi
e non pensare più a niente
ma si alza, è ancora troppa l’adrenalina.

Katia vive solo di notte.
Non c’è più nessuno che si intromette.
Musica a palla.
Movida Blog.
Chattaggio selvaggio.
E occhio gonfio la mattina.


03) ORIZZONTE SOTTERRANEO

Lui è qui, ma non c’è più.
Più che la situazione
fa male l’inutilità
di parole spese male.

Chorus

C’è qualcosa che ha senso
ormai, in questo deserto irrequieto?

Sì, vecchie abitudini,
nuove lontananze.
Toccare l’irrealtà sfiorandosi,
riconoscersi estranei vivendosi.

Chorus

C’è qualcosa che ha senso
ormai, in questo deserto irrequieto?

Lui era qui, ma non mi sente più.
Questa é la situazione.
Resta solo l’amarezza
di un prevedibile finale.

Chorus

C’è qualcosa che ha senso
ormai, in questo deserto irrequieto?

No. Quieto, il mio respiro
cerca il suo sotterraneo orizzonte.
Ma lui emerge altrove,
luce di un altro mare.


04) STRADE

Strade ah-ah
ti portano anche al buio
nel freddo e nella nebbia
lontano dal mio Io

Strade ah-ah
libere e aperte
prendi ispirazione
dopo ne parliamo

Su una strada che porta lontano

Lampi nella notte
colorano il cielo
di un viola strano

Lampi della mente
danno ai tuoi occhi
un colore arcano

Lampi della strada
nella direzione
di un nuovo altrove

Lampi e strani suoni
ti portano anche
se non sai più dove

E la pace che ora sento
sei tu che me l’hai data
un po’ colorata

Come una sonnambula
stai per colpirmi
con la mano alzata

Il guizzo di un gatto
rompe l’equilibrio
della notte inoltrata

Poi torna la pace
con te accanto
splendida e immeritata


05) VIAGGIO NOTTURNO

Sugli scogli che affiorano pigri
tenero è il sussurro del vento
per onde che fremono cantilenanti
nella scia della barca che solca
la notte.
Nel mare una distesa di silenzio
complice delle ombre sulla costa
in un manto che nasconde le anse
come una coperta di affanni.
Il viaggio notturno cerca
l’orizzonte
e la sua concava malinconia
nella brezza ondivaga e mutevole
delle sue diecimila direzioni.


06) LA DANZA IL BUIO L’INFINITO

A vederti ballare
col tuo passo lieve e disinibito
che scivola in un modo indefinito

vorrei dirti tre e tre volte amore,
ma mi basta uno sguardo
perché so che i tuoi passi dorati
a me son dedicati e a nessun altro.
Mi faccio spettatore,
in una folla di umori appagati,
come il muto bersaglio della freccia.
E’ scoccata verso un nuovo invito,
come la danza, il buio, l’infinito.


07) BOCCONIANA

Sei bella, tosta e tutta in nero ora.
Al pensiero del tuo amore alla deriva
ti batte quel maledetto cuore ancora
e per ripicca ti vesti come una diva.

Metti insieme a caso happy hour
e ormoni col sapore dei soldoni
ma sembri molto giù in questo tour,
anche tutta “discoteche e Bocconi”.

Chorus
Mentre citi l’economia di mercato
e ti chiedi “l’amore che cos’è?”
versi lacrime di dolore insensato
ma è quell’amore che ora non c’è.

T’ho visto a lezione piegata e mesta
sullo smart del tuo amore andato a male,
una selfie strappata in una patetica festa
fatta durante le vacanze di Natale.

Hai troncato la tua adolescenza
e ora che da lontano guardi i messaggi
a novecento chilometri di distanza
capisci cos’è la visione dei miraggi.

Chorus
Mentre citi l’economia di mercato
e ti chiedi “l’amore che cos’è?”
versi lacrime di dolore insensato
ma è quell’amore che ora non c’è.

Ora sei sola nei tuoi vestiti a tiro,
studi in una città molto molto su
-anche se c’è qualcuno che ti prende in giro –
ma ormai non ci credi nemmeno tu.

Chorus
Mentre citi l’economia di mercato
e ti chiedi “l’amore che cos’è?”
versi lacrime di dolore insensato
ma è quell’amore che ora non c’è.


08) OIL TRIP SS 598

E’ verde questa valle,
più verde delle mie speranze,
ma non me la conta giusta
questa esse esse cinque nove otto.

Non si vede quello che c’è sotto,
tra i prati e le colline
e speriamo che presto
non diventi rosso.

Rosso come i tumori in seno,
rosso come queste fiamme,
vampate che spengono il cielo
nei pressi del Centro Olio.

Esse esse cinque nove otto,
qualcosa si muove qua sotto.
Sta per piovere a dirotto
Esse esse cinque nove otto,

Si erge come una centrale
nucleare nel deserto,
questa cattedrale
alle soglie dell’inferno.

Se si inquinano le falde
qui saranno dolori per tutti,
ammalano l’acqua,
inquinano il domani.

Quanto ci vuole per far diventare
nero tutto ciò, come il petrolio?
Nero come il senso di colpa,
di un consiglio di amministrazione?

Esse esse cinque nove otto,
qualcosa si muove qua sotto.
Sta per piovere a dirotto
e va tutto a quarantotto.


09) DUE DERIVE

Siamo come due derive
che fendono il vento che arriva
dal mare nell’ora sonora
del silenzio e del tramonto.

Vi affondiamo incuranti dell’ora;
ma io non vorrei
essere in nessun altro posto
con nessun’altra persona.

In nessuna altra memoria.
Con nessun’altra fermare il tempo,
dire addio alla storia.


10) SIMIL RAVE

Mi sono innamorato di te
in una nottata simil-rave
e ora sono pieno di perché.

La musica urlava nel sudore
come il sangue nelle orecchie
al tonfo pulsante del cuore.

Chorus

Mondo Di Merda, Amami,
come t’ho amato io
in quella notte in cui
mi sono sentito dio.

Mi sentivo libero e senza peso
luminoso come una meteora,
senza l’ansia maledetta, disteso.

Non so se succederà ancora
ora che ci sei tu qui con me,
ora qui con me, come allora.

Chorus

Mondo Di Merda, Amami,
come t’ho amato io,
solo in quella notte,
poco prima dell’addio.


11) CALANCHI


12) PETROLIO

E’ l’alba di un nuovo giorno
in Val d’Agri, ma sembra la fine,
tra nebbia, interruzioni, copertoni,
gallerie interminabili senza luce,
e fiumi di fumo di catrame bruciato.

I pesanti Tir vanno a prelevare petrolio,
una grande ricchezza che scorre in mani
di società multinazionali lontane,
lasciando sull’asfalto e sui campi scie
di chiazze inquinanti oleose e malsane.

Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.

Siamo nella Chernobyl lucana.
A nessuno importa che qui c’è gente
sull’orlo di un disastro ambientale.
Farà la fine dei propri nonni
in una nuova migrazione meridionale.

I paesi giacciono in fin di vita
e sul paesaggio tanto decantato
ma che è ormai solo un malato
neanche il cielo è più sincero,
chiazzato di offese e maltrattato.

Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.

Intorno al “Centro Oli” di Viggiano
non cresce più neanche una mela.
Era un terreno fertilissimo,
ci hanno buttato tanto veleno
da farlo diventare una discarica.

I contadini vendono i terreni,
non servono più a niente,
la storia delle generazioni svanita,
qui niente ha ormai più senso,
nemmeno forse la vita.

Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.


13) THE SOUNDS OF THE NIGHT

The sounds of the night
have something of the music
and something of the randomness
of the noise.

They mark the space,
mark the time,
are like an echo
of the day.

The colors have an appearance
flaky and insincere
in the border area
between day and evening.

The sounds of the night
have something of the music
and something of the randomness
of the noise.

Friends that keep us
from going too deep
in ourselves.
It is the slow scan
of the zero-time.

The quiet of the balance,
the closed circuit of oblivion,
the limited field of farewell.

The sounds of the night
have something of the music
and something of the randomness
of the noise.

I enjoy the suspension
of an hour without minutes
in no-time
of a parallel world.

The sounds look
after like faithful dogs.
Silence does not exist.


14) L’ULTIMO SGUARDO


15) THOUSAND WAVES

My roots are in the sea
Lulled and transported
By the current of the waves.

It is the wave that moves me
Like a cork
In the vortex flow.

It is the wave that pushes me
Away from this
To another time.

It is the wave of the time
That makes me cherish
Another sea breezes.

It is the wave that whispers to me
To go among the people,
Away from the tomb

Of false appearances.
It is the wave that whispers to me
As in an echo of sirens

The need to go
Even if the goal is less
Important than the journey.

The wave sings
With sweet words
The path of pilgrimage.

The wave shows
Perhaps the place
For reunification.

Maybe it’s just an illusion, the call
Of another era, but it is the wave
That leads me to the shipwreck.

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