Philip K. Dick- Ubik

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Cover of first edition (hardcover)

Philip K. Dick- Ubik

Non è una cosa consueta leggere due o tre volte un libro di fantascienza. Questo capita quando un libro “sembra” di fantascienza, ma in realtà è un romanzo nel senso pieno della parola, che esce prepotentemente fuori dal canone di genere e diventa qualcos’altro. A me è capitato nel caso di Ubik di Philip K. Dick.

La prima parte, quella che mi è piaciuta di più, è il ritratto di un “anti-eroe”, Joe Chip, e dei suoi strani rapporti con il mondo del business per il quale lavora. Chip non ha mai un soldo, eppure lavora in una corporation che di soldi ne ha tanti. Il piano simbolico in cui si muove l’anti-eroe ha un’evidente progenie nel romanzo noir americano. I personaggi di contorno sono pià sfocati, tranne Glen Runciter, tratteggiato a tutto tondo.

All’immersione della trama in vicende sempre più inquietanti fa da contrappeso la pubblicità di Ubik posta a inizio di ogni capitolo: “La cosa più difficile, dopo l’alzarsi al mattino, è alzarsi al mattino. Svegliatevi con Ubik! Ubik, nutrienti fiocchi d’avena soffiati! Il cereale per adulti più saporito, più croccante, più tutto. Ubik a colazione, e si vuota lo scodellone! Non superare le dosi consigliate per ogni consumazione!”. Ubik (da ubique=ovunque) è il marchio pubblicitario per antonomasia. “Preso secondo le modalità d’uso, Ubik provoca un sonno senza interruzioni, privo di quello stato depressivo che accompagna spesso il risveglio. Vi risveglierete freschi e riposati, preparati ad affrontare tutti quei numerosi e assurdi problemi che pretendono la vostra attenzione. Attenzione: non eccedere con il dosaggio consigliato”. Questi cartelloni pubblicitari scandiscono le vicende di un mondo in cui la concorrenza è spietata: “Il modo migliore per chiedere una birra, è quello di chiedere a gran voce Ubik. Ottenuto da luppoli selezionatissimi ed acqua di prima qualità, invecchiata lentamente per ottenere un aroma perfetto, Ubik è la miglior birra di tutta la nazione. Viene imbottigliata soltanto a Cleveland”.

La merce nel mondo di Ubik si chiama Ubik: “Amici è tempo di far pulizia, e noi stiamo dando via tutti i nostri Ubik silenziosi ed elettrici, a prezzi davvero concorrenziali. Abbiamo buttato via il listino dei prezzi. Quindi ricordate: tutti gli Ubik della nostra partita sono stati usati seguendo alla lettera le istruzioni”.

La seconda parte del romanzo inscena lo sdoppiarsi della realtà in due direzioni ed è più chiaramente legata al genere, ma è talmente avvolta in una dimensione surreale da renderla la vera protagonista della vicenda.

Forse di Ubik non ci si stancherà mai. Almeno nel mio caso.

A.DeL.

Scheda di lettura

Ubik (in Italia intitolato anche Ubik, mio signore) è un romanzo dello scrittore statunitense Philip K. Dick pubblicato nel 1969.

Ubik è considerato uno dei migliori romanzi di Dick, nel quale la sua classica tecnica di entropica dissoluzione della trama e dei personaggi è costantemente spinta da una fantasia irresistibile e da un umorismo nero devastante. Questo romanzo venne pubblicato negli Stati Uniti al culmine dell’ondata psichedelica, e per lungo tempo è stato ritenuto il prodotto delle esperienze dello scrittore californiano con l’LSD. In realtà Dick provò per una sola volta l’acido, e per quanto alcune scene del romanzo nascano dalle visioni avute in quell’occasione, il libro è prevalentemente costruito dalla fantasia di Dick, alimentata per lo più dalle anfetamine.

L’atmosfera allucinatoria e folle del romanzo deriva di fatto dall’interferenza di due piani di realtà, uno dei quali in continua trasformazione, tecnica classica della fantascienza, ma anche della letteratura postmoderna. L’interesse dell’autore verso lo gnosticismo e in particolare verso la figura del demiurgo ebbe una non trascurabile influenza sulla stesura dell’opera.

Philip K. Dick scrisse nel 1974 anche una sceneggiatura per un film che doveva essere tratto dal suo romanzo ma che non fu mai realizzato.

Trama

« Io sono vivo, voi siete morti »
(Philip Dick, Ubik)
« Io sono Ubik. Prima che l’universo fosse, io ero. Ho creato i soli. Ho creato i mondi. Ho creato le forme di vita e i luoghi che esse abitano; io le muovo nel luogo che più mi aggrada. Vanno dove dico io, fanno ciò che io comando. Io sono il verbo e il mio nome non è mai pronunciato, il nome che nessuno conosce. Mi chiamo Ubik, ma non è il mio nome. Io sono e sarò in eterno »
(Philip Dick, Ubik)

Nel futuro lo spionaggio commerciale è diventato una guerra combattuta con tutte le armi: anche con i poteri paranormali, o poteri psi. Telepati, telecinetici, ecc. si sforzano di carpire i segreti delle grandi aziende multinazionali. E siccome per ogni offesa si studia una difesa, ecco che per neutralizzare le spie dotate di poteri paranormali si attivano agenzie di neutralizzazione. Una di queste è diretta dall’uomo d’affari Glen Runciter, e per lui lavora il protagonista del romanzo, Joe Chip, un tecnico che intrattiene con Runciter un rapporto di amicizia, non solo di lavoro.

Runciter è anche aiutato dalla moglie Ella, deceduta da tempo, ma tenuta in animazione sospesa (la cosiddetta semi-vita) in un moratorium, uno dei tanti centri di riposo dei defunti. Ogni tanto Runciter si reca a comunicare con la moglie e a chiederne il consiglio, anche se entrare in contatto col cervello della defunta risulta sempre più difficile.

Runciter e Chip, più una pattuglia di inerziali (individui dotati di capacità dette anti-talenti, in grado di neutralizzare i poteri psi) si trovano a doversi recare sulla Luna per affari, e scoprono troppo tardi di essere stati attirati in un attentato dinamitardo, con il quale Hollis, il proprietario della più importante agenzie di spie psi, intende eliminare il suo più grande avversario. Dopo l’esplosione l’unico morto risulta essere Runciter, e Chip con gli inerziali organizza il contrattacco.

Ma presto qualcosa di strano comincia a succedere. Gli oggetti regrediscono: i videotelefoni si trasformano in vecchi telefoni in bachelite, i moderni razzi diventano aerei a elica, le automobili tornano agli anni trenta. Tutto ritorna a un tempo precedente, e una serie di enigmatiche tracce e indizi conducono verso la città di Des Moines. Ed è lì che Joe Chip e la sua squadra di inerziali dovranno portarsi tra episodi surreali e grotteschi, in un mondo pervaso da una misteriosa e paurosa pulsione di morte.

Uno ad uno i membri della squadra cominciano a perire in modi atroci e inspiegabili, e Chip comincia a chiedersi se ci sia qualcosa che non funziona nel suo mondo. Quando poi nei bagni iniziano a comparire messaggi di Runciter, Chip si rende conto di essere morto, e di trovarsi, come gli altri membri della squadra, in un moratorium, in animazione sospesa.

Ma non c’è tempo di lasciarsi prendere dallo scoraggiamento per la devastante notizia: in realtà la faccenda è ancor più complicata, e il romanzo continua con una serie di colpi di scena sempre più folli, in un crescendo di suspense e di terrore genuinamente metafisico.

I personaggi

Joe Chip

È il protagonista del romanzo, lavora come tecnico alla Runciter Associates ed ha un buon rapporto di fiducia con Runciter, che lo considera il miglior dipendente, e che lui considera un grande uomo, uno dei pochi capaci di gestire bene un’azienda. La vita privata di Joe è un disastro: è continuamente al verde, non ha famiglia e vive in un condappartamento sporco e disordinato che non pulisce mai e non fa mai pulire da nessuno (a causa della sua mancanza di denaro). Nonostante la sua pessima vita privata è una persona molto puntigliosa (più volte durante il romanzo corregge piccoli errori fatti da altri nel parlare) e ci tiene molto al buon andamento della Runciter Associates.

Glen Runciter

Presidente dell’omonima ditta, è un uomo retto e onesto, ancora legato alla defunta moglie, alla quale chiede consigli ogni volta che deve prendere qualche grande decisione. Tiene molto sia alla Runciter Associates che ai propri dipendenti, che cerca disperatamente di salvare dal momento dell’attentato sulla Luna.

Patricia Conley

Un personaggio del quale non si riesce a capire molto, in quanto è molto fredda e non esterna mai le proprie emozioni, come nota più volte Joe Chip. Ha la strana (e mai riscontrata prima) abilità di modificare il tempo cambiando i propri ricordi, e la usa più volte per confondere gli altri personaggi. Nell’ultima parte del romanzo si nota in lei un sadismo molto marcato, infatti mentre tutti i suoi colleghi muoiono si mostra fredda e allo stesso tempo divertita; in particolare, quando Joe inizia a star male lei gioca con lui, gli indica la strada per raggiungere una camera dove potrà riposarsi ma non fa niente per aiutarlo, si limita a seguirlo, a volte lo sprona, altre gli dice che non ce la farà. Per una buona parte del romanzo, Philip K. Dick induce il lettore a credere che lei sia la causa dell’invecchiamento del mondo attorno ai personaggi, e lei stessa lo crede.

Ray Hollis

Nel romanzo non si viene a sapere molto sul personaggio, se non che è il presidente della “Talenti Hollis”, società che svolge il ruolo opposto rispetto alla Runciter Associates. A lui viene attribuito l’attentato a Runciter ed ai suoi dipendenti. L’unica volta in cui compare nel racconto, è sullo schermo di un videofono, quando Joe Chip lo chiama in seguito all’attentato per informarlo che la società gli farà causa. Chip lo descrive come un volto che fluttua senza corpo, con gli occhi infossati che somigliano a “gioielli difettosi”, facendo un paragone con un edificio crollato a pezzi che, successivamente, sono stati incollati insieme di nuovo. È impossibile dire se queste sono le vere sembianze di Ray Hollis, in quanto nel momento in cui lo vede, Chip è in uno stato di semivita, quindi tutto ciò che ha intorno è frutto della sua immaginazione e di quella degli altri semivivi.

Influenza di Ubik

Ci sono almeno due romanzi che sono stati evidentemente ispirati da Ubik, anche se ne hanno rielaborato in modo originale idee, trovate, tecniche e atmosfere tratte dal testo di Philip K. Dick. Uno è il romanzo Amnesia Moon di Jonathan Lethem; l’altro è Cherudek di Valerio Evangelisti. Quest’ultimo ha notato che a sua volta Ubik è molto vicino a un altro romanzo di Dick, uscito pressoché nello stesso periodo, Labirinto di morte (secondo alcuni un’opera minore, secondo altri un gioiello ingiustamente trascurato); e che entrambi devono molto a Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.

Edizioni

  • Philip K. Dick, Ubik, Doubleday, 1969, pp. 202. .
  • Philip K. Dick, Ubik, mio signore, collana Galassia n° 175, Casa Editrice La Tribuna, 1972.
  • Philip K. Dick, Ubik, il romanzo e la sceneggiatura, tr. Gianni Montanari, pref. Sergio Cofferati, Economica Tascabile n° 81, Fanucci Editore, 1998. 
  • Philip K. Dick, Ubik, tr. di Paolo Prezzavento, Collezione Dick n° 15, Fanucci Editore, 2003, pp. 241. 
  • Philip K. Dick, Ubik, tr. di Paolo Prezzavento, Collezione Dick n° 5, Fanucci Editore, 2007.  Edizione speciale 25º anniversario


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