Guerra e pace
– Sul “Corriere” di domenica 8 settembre Ernesto Galli Della Loggia espone delle interessanti osservazioni sulla “guerra nella storia dell’occidente”. La sue considerazioni partono dall’appello del Papa contro l’intervento armato in Siria. “Appello” – sottolinea giustamente l’autore – che, si badi, non evoca affatto l’argomento che in questo caso specifico la guerra sarebbe ingiustificata (cioè ‘non giusta’), ma esprime semplicemente un reciso e totale no alla guerra”.
Da storico di professione, Galli Della Loggia sostiene che la guerra è ineliminabile dalla “storia dell’occidente”. Evidentemente lo storico non si pone il problema della “storia dell’umanità”, ma solo quella dell’occidente, presupponendo che questo problema non si ponga al di fuori dell’occidente; dando forse per scontato che in quest’ultimo orizzonte nessuno abbia voglia di smettere di fare guerre.
– Preso per buono l’argomento, possiamo costatare che nessuno storico potrebbe dire cose diverse; la questione, vista da questa prospettiva, è irrisolvibile. Ma il Papa parla da capo religioso e l’unica cosa che gli si può obiettare è che il cristianesimo sia stato storicamenmte ambivalente sul problema della guerra, giustificandola quando gli faceva comodo.
– Kant ne “La pace perpetua” aveva individuato la causa delle guerre nel problema delle frontiere. E’ dalle divisioni dell’umanità in territori separati che nasce il problema della conquista e della difesa, cioè della guerra. Nessuno pensa che sia possibile, come obiettivo di un’umanità liberata dalle sue paure, allargare lo spazio dell’inclusione all’intero genere umano, con specifico diritto internazionale? Qualche voce comincia a levarsi. Lo testimonia un articolo di Massimo Nava sul Corriere di oggi: “LOccidente ha perso una sorta di esclusiva sull’applicazione del diritto e della legalità internazionale, ha imparato a proprie spese la lezione dell’interventismo unilaterale e oggi vede scemare complicate coalizioni di ‘volenterosi’. Non resta che il dialogo con l’altra parte del mondo. la strada tutta in salita e tutta politica di un nuovo ordine internazionale. L’alternativa sono il vicolo cieco e la ripetizione dei massacri”. Sembra proprio che sia in questa prospettiva che bisogna lavorare per il futuro.
A.DeL.
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